venerdì 27 febbraio 2009

Discoteche e locali notturni



RED ZONE CLUB

1989 UN'ANNATA MEMORABILE
Nasce del dicembre di quell’anno infatti il club house più underground d'Italia, negli anni il club è cresciuto si è sviluppato nutrendosi di tutte le energia creative locali ed ispirandosi e ospitando tutto ciò che di più interessante emergeva di sotterraneo nelle varie metropoli occidentali.
La nascita del RED ZONE, è legata ad un evento significativo come la nascita e l’espansione mondiale dello stile HOUSE.
Le proposte musicali del RED ZONE, in realtà, non comprendevano esclusivamente il nuovo fenomeno musicale di Chicago, ma lo affiancarono a tutte le più innovative riletture della Dance Music: re-editing di brani storici di Black Music, brani Soul in chiave mid-tempo, ma anche Techno tracks prodotte dal genio di alcuni ragazzi di Detroit come Derrick May, Blake Baxter o Kevin Saunderson.
Non a caso il termine HOUSE (dal Warehouse di Frankie Knuckles) significa questo: Rileggere i canoni della Disco Music con l’ausilio della tecnologia a basso costo (l’uso live di drum machines TR 909 o 808 suonate sopra ai classici del Philly sound o il Reel to Reel, era una delle consuetudini di artisti come Knuckles o Ron Hardy).
Come pure venivano regolarmente suonati classici del Loft di David Mancuso o il Paradise Garage di Larry Levan.

STILI
In quegli anni termini quali House, Tecno, Balearic, Garage, che ora risuonano familiari ai più, identificavano generi ostici rivoluzionari e mai sentiti prima.
Ritmi pulsanti che nel cuore della notte richiamano a se le creature più trasgressive Della notte, ipnotizzandole fino a mezzogiorno. Si apriva alle tre della notte quando tutti gli altri chiudevano.
La House Music come stile underground d’avanguardia, trovò il suo naturale spazio al RED ZONE e in alcuni clubs sparsi in Italia a quell’epoca, ma allo stato attuale parlare di House Music come di un genere musicale risulta molto azzardato.
Probabilmente il valore originale dell’attitudine “house” andrebbe paragonato a qualsiasi altra forma evolutiva che la storia musicale ricordi. Un po’ lo stesso spirito che mosse Miles Davis a comporre l’album Bitches Brew, che rappresentò un vero punto di rottura nel percorso musicale dell’artista.
Rompere gli schemi attraverso elementi innovativi che rilanciano continuamente la sfida musicale, forse questa la caratteristica ignorata, nella maggior parte dei casi da chi oggi usa la parola magica HOUSE.

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